APE SOCIALE E PENSIONE ANTICIPATA PRECOCI

Patronato Acli APe Day 19 maggio 2017

Finalmente sono attive le nuove misure di “flessibilità pensionistica” introdotte dall’ultima Legge di Bilancio: l’APe Sociale e le pensioni quota 41 per i lavoratori “precoci”. Sono tutte possibili soluzioni per andare in pensione prima rispetto alla Riforma Monti-Fornero del 2012. Misure che attendevamo da tanto e che si sono fatte un po’ aspettare.

Gli unici decreti attuativi pubblicati al momento sono quello relativo all’APe Sociale e quello che rende operativa la cosiddetta “quota 41” per i lavoratori “precoci”. Tempi decisamente più lunghi sono previsti per l’APe Volontario, il cui decreto deve ancora passare l’esame del Consiglio di Stato.

L’impegno preso dal Ministro Poletti è stato rispettato: la legge introduce il beneficio dell’APe Sociale a partire dal 1° maggio 2017, e chi a tale data ne ha maturato le condizioni potrà fruirne a prescindere dal momento in cui presenterà la domanda; in particolare chi maturerà i requisiti entro il 31 dicembre 2017 potrà presentare la domanda di accesso al beneficio entro il 15 luglio 2017 e la prestazione potrà avere decorrenza retroattiva.

Facciamo chiarezza sull’APe Sociale, quali sono i requisiti per fare la domanda e quali sono le prime scadenze?

L’APe sociale è un’indennità a carico dello Stato, riservata ad alcune categorie di lavoratori che si trovino in particolari condizioni, e che siano in possesso di determinate anzianità contributive. Con l’APe Sociale non c’è alcun prestito né decurtazione sulla futura pensione e banche e assicurazioni non sono coinvolte. Per ottenere l’APe sociale il lavoratore deve avere almeno 63 anni di età, essere in possesso di 30 o 36 anni di contribuzione a seconda della categoria di appartenenza e rientrare in una delle seguenti situazioni:
  • essere disoccupato senza indennità di disoccupazione da almeno tre mesi;
  • essere un lavoratore che, da almeno sei mesi, assiste il coniuge, la parte di unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
  • essere un lavoratore con una invalidità civile pari o superiore al 74%;
  • essere un lavoratore dipendente che negli ultimi sei anni sia stato impegnato in via continuativa in lavorazioni particolarmente “difficoltose e rischiose".

Il Decreto sull’APe volontario sembra incontri maggiori problemi. Perché? In molti pensano possa essere un favore alle banche o, invece, può essere un’opportunità da valutare con attenzione?

In situazioni di difficoltà accedere ad APe Volontario potrebbe costituire un’alternativa ad uno stato di assenza di risorse. Una soluzione ponte per accompagnare economicamente il cittadino fino alla pensione di vecchiaia, anche se poi quest’ultima sarà gravata da una trattenuta per la restituzione del prestito ottenuto. Inoltre, con una misura parziale, abbinata ad una riduzione dell’orario di lavoro, l’APe Volontario potrebbe costituire una forma graduale di accompagnamento del lavoratore verso il pensionamento.

Flessibilità in uscita significa poter andare in pensione prima, oltre all’APe ci sono altre soluzioni possibili?

La legge di bilancio 2017, oltre all’Ape, ha introdotto: il pensionamento anticipato per i lavoratori precoci.

Ai lavoratori precoci, con almeno 12 mesi di contribuzione da lavoro effettivo prima del diciannovesimo anno di età, è data la possibilità, qualora rientrino in determinate categorie disagiate, di accedere alla pensione anticipata con un requisito contributivo di 41 anni.

Il Patronato Acli è al fianco dei lavoratori per assisterli e consigliarli al meglio nella individuazione delle diverse ipotesi e di quelle che, secondo valutazioni di opportunità e priorità, si possono rivelare le più rispondenti a specifiche esigenze. Ciascun lavoratore necessita di una consulenza previdenziale personalizzata. Tutte le carriere lavorative sono diverse e rappresentano situazioni complesse, ma l’aspetto positivo è che esistono molteplici opportunità.

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